
Effettivamente qualcosa di vero c’è. I tempi sono cambiati, inutile negarlo, e con il calendario che scorre muta pure la società, costante nella sua evoluzione dialettica. La realtà odierna evidenzia una solitudine insita e forse inconscia nelle nuove generazioni, dovuta non tanto a mancanza di affetti o amici ma quanto ad una situazione di abbandono in cui versano. Un tempo, infatti, essi correvano lungo binari prestabiliti dai quali era difficile affrancarsi: c’era innanzitutto l’educazione familiare, molto più rigida e incanalata che oggi, epoca in cui l’emancipazione post-sessantottina è acquisita da un pezzo. C’era, inoltre, la religione cui oggi è molto più difficile credere. La Chiesa è in crisi persino di vocazioni (Urge modernizzazione strutturale nei costumi e nella cultura di questa per non dissolvere una millenaria tradizione!). C’erano l’educazione sessuale, la castità prematrimoniale, i preconcetti sessuofobi…temi ormai finiti in prescrizione! C’era soprattutto la politica. Un tempo si sceglieva un’idea, un punto di vista, un partito e come capre lo si seguiva senza fare domande. Nell’era di internet e della globalizzazione, cioè della comunicazione libera e indipendente che viaggia in rete, la consapevolezza della complessità del reale impedisce certe manipolazioni di massa, favorendo la costruzione di idee più personali.
Questi pochi esempi testimoniano come l’essere umano sia oggi abbandonato a se stesso, costretto a camminare con le proprie gambe. Questo è un bene perché permette a tutti di agire liberamente, di sbagliare e quindi di crescere. Il lato oscuro della vicenda si chiama alcol, coca, sballo, ecc., consolazione di chi non sa o non vuole prendere la vita di petto. Gli anni 2000 sono un periodo di transizione, un cantiere aperto nel quale la società si sta evolvendo verso un futuro più cosmopolita, aperto, tollerante, vivace, maturo. Il prezzo da pagare a volte è alto ma ne vale la pena.