Dopo più di due anni ho deciso di riprendere a scrivere. Oggi più di allora sento il bisogno di condividere le mie idee, i miei punti di vista, le mie paure, il mio disappunto. L'Italia è un Paese in decadenza e forse l'unica cosa che ci resta è la possibilità di capire il marcio del nostro sistema politico, del nostro mercato del lavoro, della nostra economia, della nostra società.
Ho intenzione di dare un taglio più netto ai miei articoli, più politici, più schierati, più personali.
Grazie per avermi dedicato anche un minuto della vostra vita, buona lettura!






" Il pil misura qualunque cosa, tranne ciò per cui vale la pena vivere" (Bob Kennedy)

"La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perchè dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico" (Enrico Berlinguer)


lunedì 5 maggio 2008

Un cancro chiamato "assistenzialismo statale"

Negli ultimi tempi, in Italia, il dibattito politico ha riservato grande rilievo alla sorte della compagnia aerea nazionale, da anni in passivo e costantemente sull'orlo del fallimento. Dopo voci su improbabili trattative con Air France o fantasiose cordate d'imprenditori italiani, alla fine il governo Prodi, su richiesta di Berlusconi, stanzia 300 milioni per un prestito (o meglio regalo...) ponte per Alitalia. Soldi dei contribuenti (cioè nostri!) che sappiamo già che non torneranno indietro, e che forse serviranno a salvare Alitalia dal fallimento.
Il fatto è che qui non si tratterebbe di un aiuto di stato ma di un vero e proprio suicidio, uno spreco di danaro pubblico, visto e considerato che dare dei soldi in questo momento ad Alitala, in assenza di un serio piano industriale di risanamento della compagnia, significherebbe bruciare quei soldi. Quindi fallimento dell'intera classe politica nonché dei sindacati e probabilmente anche della classe imprenditoriale. Ma io non sono un economista e non mi addentrerò oltre nelle questioni finanziarie. Quello che però mi preme sottolineare è che quei soldi probabilmente saranno sottratti alla ricerca scientifica, e questo è il punto.
Un paese moderno, civile e democratico, senza ricerca non va da nessuna parte. Non mi riferisco alla ricerca di base (quale potrebbe essere per esempio quella in campo medico o sanitario), avente come obiettivo primario l'avanzamento della conoscenza di una determinata disciplina, la quale è comunque fondamentale; alludo invece alla ricerca applicata, svolta allo scopo di trovare soluzioni pratiche e specifiche e il cui obiettivo primario è lo sfruttamento della conoscenza a fini pratici, normalmente di tipo descrittivo e basata su precedenti ricerche di base ed eseguita in ambiente industriale o universitario.
Spesso, durante le varie campagne elettorali, i candidati parlano spesso di tasse, utilizzando espressioni tipo "noi ridurremo dequà", "voi avete alzato dellà" (ogni riferimento alle ultime elezioni politiche è puramente...voluto), tralasciando che la coperta è corta, cioè che se togli danaro da una parte lo devi fare rientrare dall'altra e viceversa. In poche parole, il benessere del cittadino e l'economia statale cambiano poco, sia con tasse alte che con tasse ridotte. Di conseguenza l'unico modo per incamerare più soldi nelle casse dello stato e far girare più velocemente l'economia è l'aumento della produttività, che non penalizza il mercato del lavoro, che al contrario agevola aumentando i profitti delle aziende.
Tutto questo è possibile attraverso il cervello di chi ce l'ha e ha studiato per metterlo a disposizione della collettività, che stando così le cose non sarà mai quella italiana bensì di qualunque altro paese sia disposto ad investire in innovazione e ricerca.

2 commenti:

Emanuele ha detto...

Quando ci si trova di fronte a un'azienda in crisi con migliaia di dipendenti che in caso di fallimento perderanno il proprio lavoro secondo me no si tratta MAI, come hai scritto tu, che questo prestito è uno spreco di denaro pubblico e di soldi bruciati! Quindi dissento completamente.

L'agonia di questa azienda viene sì prolungata con questo prestito, ma la speranza è quella di vedere all'orizzonte durante i prossimi mesi una seria alternativa al prospettato fallimento...

Dunque ripeto: "Bruciamo" i soldi per tentare di salvare qualche posto di lavoro!!!
Poi ti chiedo che centra ora questo prestito ad Alitalia con la seconda metà dell'articolo dove parli di spreco di risorse e di carenza di finanziamento alla ricerca??!! Che Alitalia è l'unico caso di "spreco" di risorse nel nostro paese??Come già detto, per me attualmente questo "spreco" è per una giusta causa ... piuttosto uno "spreco" evitabile potrebbe essere il finanziamento ai quotidiani!!!Che dici eh?? :P

Gia83 ha detto...

Certo salvare dei posti di lavoro è importante, ma nn si può paralizzare un paese, come si fa sempre e cn varie aziende,utilizzando risorse che gli avrebbero permesso di crescere e crerne di nuovi...per salvare alcune persone si penalizzano tutti...e poi in Italia sappiamo bene che i fondi erogati dallo stato in parte vengono "mangiati" da qualche intermediario, prima di essere eventualmente reinvestiti...e, infine, se davvero c'era "air france" e offriva condizioni vantaggiose per i lavoratori xkè nn vendere? chi se ne frega di avere una compagnia di bandiera...