Pescara. Oggi pomeriggio sono stato al mare con alcuni amici. Uno di questi non lo vedevo da un po', lavora a Milano ed è tornato da qualche giorno. Mi ha raccontato della sua nuova vita, del suo nuovo lavoro, rimarcando le difficoltà di reggere certi ritmi, lo stress di una quotidianità così impegnativa, così alienante. Sembra un contesto da sobborghi industriali dell'Inghilterra dell'800 e invece sto parlando di un brillantissimo ingegnere, studioso da sempre, preparato come pochi. Ciò che mi fa riflettere è il fatto che una persona abituata ad una vita da "stakanovista" abbia sofferto così tanto l'impatto col mercato del lavoro, l'imposizione di un sistema che ci porta a doverci districare in un mare di squali per trovare una strada nella vita. Va da se il prosieguo del ragionamento: se persino chi eccelle fatica, cosa ne sarà di noi? Le persone comuni, che hanno studiato e vorrebbero solo ciò che spetta loro in virtù dei propri sacrifici, dove andranno? In un Paese allo sfascio, con un governo che taglia le assunzioni al settore pubblico, distrugge università, ricerca, valore aggiunto. Con un governo che si preoccupa solo di intercettazioni, scorciatoie giudiziarie per il premier, scudi fiscali per camorristi ed evasori e mi fermo qui che è meglio. Cosa ne sarà di un popolo che cerca solo un po' di normalità?
Questa sera sono stato in un locale, altro contesto, altro spaccato di vita. Un addio al nubilato. Una sposa ubriaca faceva festa con alcune amiche. Già, il matrimonio. Tema strettamente connesso al precedente, il lavoro che ci permette di costruirci una vita, di mantenere una famiglia, di essere uomini e donne felici. In quegli occhi, in quella musica, in quei bicchieri di vino, chissà che non ci fosse del timore, della malinconia, della voglia di non pensare, almeno per una sera, alla precarietà del quotidiano. Di non pensare a quanto la vita sarà dura una volta che si saranno spente le luci e la festa avrà ceduto il posto agli alti e bassi delle giornate d'inverno, ai mille sforzi per arrivare a fine mese. Esorcizzare per una sera il solito pensiero che riecheggia come una colonna sonora delle nostre vite: cosa ne sarà di noi?
Dopo più di due anni ho deciso di riprendere a scrivere. Oggi più di allora sento il bisogno di condividere le mie idee, i miei punti di vista, le mie paure, il mio disappunto. L'Italia è un Paese in decadenza e forse l'unica cosa che ci resta è la possibilità di capire il marcio del nostro sistema politico, del nostro mercato del lavoro, della nostra economia, della nostra società.
Ho intenzione di dare un taglio più netto ai miei articoli, più politici, più schierati, più personali.
Grazie per avermi dedicato anche un minuto della vostra vita, buona lettura!
Ho intenzione di dare un taglio più netto ai miei articoli, più politici, più schierati, più personali.
Grazie per avermi dedicato anche un minuto della vostra vita, buona lettura!
"La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perchè dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico" (Enrico Berlinguer)
1 commento:
non ho letto ancora l'articolo...ma aspetto che l'anti-blog di bender faccia qualcosa
ps ora leggo
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