Dopo più di due anni ho deciso di riprendere a scrivere. Oggi più di allora sento il bisogno di condividere le mie idee, i miei punti di vista, le mie paure, il mio disappunto. L'Italia è un Paese in decadenza e forse l'unica cosa che ci resta è la possibilità di capire il marcio del nostro sistema politico, del nostro mercato del lavoro, della nostra economia, della nostra società.
Ho intenzione di dare un taglio più netto ai miei articoli, più politici, più schierati, più personali.
Grazie per avermi dedicato anche un minuto della vostra vita, buona lettura!
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"La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perchè dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico" (Enrico Berlinguer)
martedì 15 maggio 2007
Un malcostume che genera equivoci e veleni
Archiviata la lotta per lo scudetto ancora prima che iniziasse il campionato, stabilite le squadre che parteciperanno alla prossima champions league, l’attenzione si concentra ora sulla lotta per non retrocedere. Per la cronaca, con Ascoli e Messina già in B, l’ultimo biglietto x l’inferno se lo giocano Chievo, Reggina, Torino, Livorno, Parma, Cagliari, Siena, Catania. I calcoli di classifica sono più complessi di un esame di astrofisica ed è qui che emerge il malcostume tipico italiano. A questo punto della stagione, infatti, ogni anno assistiamo a molte partite tra squadre assuefatte dal raggiungimento del proprio obiettivo contro altre che si giocano tutto. I risultati si falsano,le polemiche e i veleni nascono di conseguenza. Mi chiedo se sia possibile che professionisti affermati e strapagati non abbiano l’obbligo di onorare i propri impegni fino alla fine. Sinceramente, non capisco come si faccia a parlare di stimoli quando i calciatori non scendono in campo per divertirsi bensì per lavorare. Forse a questi “signorini” qualcuno dovrebbe ricordare che il calcio, per loro( purtroppo non per me, sapete che vita altrimenti…), è un lavoro. Giocare 90 minuti al 100% delle proprie possibilità è un dovere professionale, morale, mediatico. Invece, assistiamo sempre a partite quantomeno “equivoche”, a causa delle quali c’è chi potrebbe farsi molto male…non raggiungendo il proprio obiettivo per colpa di superficialità e buonismo, purtroppo sempre dietro l’angolo nel mondo del calcio e non solo.
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2 commenti:
...siamo alla frutta...
Giusto... pensiamo ad esempio come in Inghilterra squadre già stra-retrocesse onorano fino in fondo i propri impegni e riescono a trascinarsi dietro la propria tifoseria fino all'ultimissima "inutile" giornata di campionato. E questa la incita e la applaude fino al termine della partita.
Ma quel che ritengo più grave in tutto questo, è l'atteggiamento dei media: invece di saltare addosso a comportamenti di questo tipo li giustificano con "eh ma la squadra x non ha più nulla da chiedere a questo campionato".
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