
Stavolta lascio perdere i discorsi politici legati ai vari protocolli e mi soffermo sul lato estetico della questione. L’enorme foresta amazzonica, per esempio, è il polmone del mondo, la massima espressione di vegetazione lussureggiante. Eppure ogni anno è sempre meno verde a causa di un secolare disboscamento a fini commerciali. Un’immensa distesa di ghiaccio riflessa dal sole è fantastica, elegante, affascinante. Se la temperatura ai poli continuasse a salire, di questo spettacolo non resterebbe nulla. Immagino un orso bianco che rotola sulla neve, mi viene in mente la purezza, metafora di una immagine candida, quasi infantile. Questi animali, purtroppo, rischiano l’estinzione.
Beh, forse sto divagando ma resta lo splendore che la natura sa offrirci, ai poli come ai tropici, nel mare come in montagna, nelle grandi pianure come nelle immense foreste. Sarebbe un peccato rovinare tutto questo. Ovvio che la realtà sia molto più complessa, le mie sono solo riflessioni fantasiose. Mi viene in mente un bambino che sgrana gli occhi davanti a un onda che s’infrange, lui di questioni chimico-ambientali capisce poco, resta soltanto colpito dallo spettacolo cui assiste.
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