
L’inviato di “Repubblica” Daniele Mastrogiacomo è stato rilasciato dai fondamentalisti Talebani circa un mese fa. Una vita umana che sfugge alla scure del boia è sempre una buona notizia.Tutti contenti anche perché nn si tratta di un uomo qualunque bensì di un giornalista affermato e stimato.L’opinione pubblica ne ha parlato per l’intera durata della sua prigionia(alcune settimane),è stata organizzata una fiaccolata,sono stati indetti appelli per il suo rilascio.Tutto bene.Tutti contenti.Ma a che prezzo?Purtroppo il conto è stato salatissimo. E’ stato creato un ulteriore precedente dopo il caso Sgrena,la vicenda delle due Simone,ecc.Il rilascio è stato preceduto da compenso,allora monetario,oggi in prigionieri terroristi liberati.Le differenze?Nessuna…se con il denaro si finanzia la lotta armata,con i Talebani rilasciati la sia alimenta.Cambiando l’ordine degli addendi la somma non cambia.Tante altre vite umane saranno stroncate a seguito di tali trattative.Sbagliò all’epoca il governo Berlusconi,ha sbagliato in questo caso il governo Prodi.La comunità internazionale sa che l’Italia tratta,i terroristi sanno che siamo il “paese dei balocchi”.Una situazione del genere non deve più accadere.Chiunque si recherà in Afghanistan,piuttosto che in Iraq o in Libano(sia pure per nobili cause quali l’informazione o il volontariato)dovrà essere cosciente di operare a titolo personale,di doversi assumere tutti i rischi del caso e mettere in conto un eventuale decesso personale.Il Governo, di qualunque fazione sia,non dovrà mai più intervenire.Il prezzo di una vita salvata non può consistere in tante altre vittime innocenti.
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